Parliamoci seriamente, l’invasione zombie non sarebbe poi questa gran catastrofe. Già oggi le conversazioni interessanti latitano. Sostituire i lamenti di un umano con quelli di un morto vivente non sarebbe poi questa catastrofe.
I rapporti interpersonali ne gioverebbero. Via tutte queste sovrastrutture che impongono il saluto, il come va di cortesia, il sorriso… Sei in piedi e non cerchi di mordermi? Ottimo, vuol dire che per te è una bellissima giornata!
Basta ipocrisia. Sei utile e funzionale alla sopravvivenza? Benvenuto nella nostra famiglia. Sei uno stronzo arrivista?
Prego, l’ufficio del direttore è da quella parte. Peccato che lui si sia trasformato all’incirca una settimana fa.
Come dice, le ha morso la faccia? Ottimo, vuol dire che la vuole nel suo team!
Tempo fa ho letto che un bambino, alla nascita, ha un debito di circa centomila euro con la società… in caso di apocalisse, fanculo debiti io devo sopravvivere!
Insomma, pensate a un mondo senza cene di famiglia, feste di compleanno di bambini, sessioni di esame, debiti, ricerca di lavoro…
In caso di apocalisse zombie sarà il lavoro a cercare voi:
sei in grado di fracassare un cranio a mani nude?
Perfetto, sei assunto nella grande famiglia dei vivi…
Sei goffo e ti spari a una gamba: nessun problema, la famiglia degli zombie è lieta di accoglierti…
Niente calendario per le scadenze.
Niente trucco. Le ragazze saranno libere di uscire di casa acqua e sapone…
Il parcheggiooo! Si potrà finalmente andare in centro senza avere la fobia di dover girare per ore alla ricerca di un buco in cui lasciare la macchina.
E poi, niente area A, B, C, D…
Sindaco Sala: senti come smarmitta la mia Panda 1000 del ’90!
Onestamente, l’apocalisse zombie sarebbe una gran figata!
Certo, qualche difetto ce l’ha anche la fine del mondo per come lo conosciamo, ma possiamo farcela a resistere.
Quando le centrali elettriche smetteranno di funzionare non ci saranno più smartphon con cui ammazzare i tempi morti, o con cui crearsi il pretesto per lamentarsi per l’assenza di tempo dopo che si è trascorsa mezza giornata a farsi i fatti degli altri su Facebook, Instagram, Twitter…
Niente filtri bellezza con cui apparire fighi. Non mi stupirei se qualcuno provasse a fracassarsi il cranio, non riconoscendosi davanti allo specchio.
Niente social. O meglio, saremmo costretti a farci di nuovo i cazzi degli altri esponendoci in prima persona: A cosa stai pensando? Hai voglia di condividere una bufala con me? Metti il cuore sotto questa immagine? Follow for Follow? Commenta con un Amen e vedrai che a Paolino ricrescerà quella gambetta masticata…
Tutti problemi che alla lunga si potranno risolvere. Quanto pensate che ci vorrà prima che gli occhi si riabituino a vedere un tramonto non filtrato dall’iPhone?
Ci sarà qualche problema alimentare, ma in fondo tutti nella vita abbiamo sognato di avere il fisico asciutto che mostrano gli altri su Instagram…
L’unico vero difetto dell’apocalisse zombie è che non sai quando arriverà e questa cosa mi infastidisce un po’. Crea un’attesa tipo treno in ritardo sul binario 9¾ il tuo primo giorno a Hogwarts. Quel misto di magia e ansia per un sogno che sta per avverarsi, ma che sembra non arrivare mai.
E poi, eccolo lì, quando meno te lo aspetti. E l’apocalisse zombie irrompe nella tua vita mentre stai per finire la tua serie Tv preferita su Netflix, distruggendo i tuoi sogni come un Testimone di Geova che ti citofona a casa mentre tu aspetti un pacco da Amazon…
Ecco, se un difetto lo devo trovare è proprio questo: l’apocalisse zombie è come un Testimone di Geova che ti citofona a casa mentre tu aspetti un pacco da Amazon!
Se l’articolo ti è piaciuto puoi leggere anche:
Meglio zombie che male accompagnati?