Mi blocco, sollevo le mani e osservo i palmi: tremano.
«Non ora, Silvia!» mi rimprovero.
Inspiro e cammino decisa verso lo specchio grande. Mi guardo e soffio via una ciocca di capelli rosa da davanti alla fronte. La canottiera è troppo stretta e i pantaloncini troppo corti, ma con Marco sono al terzo appuntamento, non posso presentarmi per l’ennesima volta vestita come Katniss di Hunger Games; è arrivato il momento di Alice di Resident Evil.
Faccio l’occhiolino e mi vedo bella, molto più di quelle stronzette della mia scuola. «Sarò pure l’unica vergine di quella classe di puttanelle, ma vale la pena aspettarmi.» Mi strizzo le tette e mi vergogno. Non riesco ad essere come loro nemmeno se mi impegno.
Espiro e recupero la giacca, meglio coprirsi mentre esco. Apro leggermente la porta della cameretta e resto in attesa, non sembra esserci nessuno in sala. Continua la lettura di La vita è condividere