Francesco Nucera farà tappa a Firenze per presentare il divertentissimo romanzo “ Nerd Anti Zombie – Apocalisse a RozzAngeles” (edito Nero Press Edizioni). A fare gli onori di casa sarà il bravissimo Wladimiro Borchi, autore de ” Il respiro dell’Uno” (edito Edizioni Jolly Roger). I due scrittori parleranno dei rispettivi romanzi e dell’antologia “La Sfida – dal forum Minuti Contati” (edito Scatole Parlanti) che li vede protagonisti. Che siate Nerd, Mutanti, o “semplici” lettori non perdete l’occasione di conoscere i due scrittori.
Piccoli,
imprevedibili e fastidiosi. Sono quanto di peggio possa capitarvi
durante un apocalisse zombie.
No,
anche se con loro hanno tanto in comune, non sto parlando dei
gremlins ma dei bambini.
Nelle
grandi produzioni non se ne vedono tanti, forse per una questione di
politically correct ma più probabilmente perché i cuccioli d’uomo
sarebbero assolutamente ingestibili in caso di invasione zombie.
Immaginate una giornata (post-apocalittica) tipo: mamma, papà e bambino si svegliano e iniziano a preparare la colazione.
Considerando che il panettiere è stato sbranato un mese fa, e che il supermercato è diventato il covo di un gruppo di sopravvissuti dediti al cannibalismo, da mangiare è rimasta solo una scatoletta di crauti portata dal vostro caro amico Diego alla grigliata di due anni orsono. Suddetta scatoletta, probabilmente già scaduta nel momento in cui vi veniva affidata “ma tanto è risaputo che la roba in scatola non va a male”, emana fluorescenza e nel momento dell’apertura rilascia uno sgradevole odore acre.
Mamma
reagirà sorridendo, papà storcerà il naso e il piccolo demone, che
credevate essere vostro figlio, inizierà a lamentarsi perché vuole
un Kinder fetta al latte.
Superato
la prima diffidenza, e dopo la vostra paziente opera di convincimento
basata sulle proprietà nutritive dei crauti scaduti, il bambino
potrebbe fare colazione o, più probabilmente, potrebbe decidere di
saltare il pasto.
I
minuti successivi vedranno i genitori struggersi sul da farsi: la
dispensa è vuota ma nessuno dei due ha voglia di uscire a fare
shopping. Eppure il peggio deve ancora venire, la discussione muore
in fretta: il bambino, spostatosi in sala, si annoia!
Andate
a spiegare a un bambino dell’età compresa tra i 2 e i 12 anni che la
noia equivale a essere ancora vivi. Vi accorgerete che non è cosa
semplice…
A questo punto, uno dei due genitori si impegnerà a intrattenere il piccolo e l’altro uscirà di casa per procacciare cibo con nel cuore la recondita speranza di essere sbranato.
Sicuramente
la mia visione è pessimistica ma credo che la giornata
(post-apocalittica) tipo, in compagnia di un bambino, non possa
superare la durata di un’ora. Se non mi credete andate a guardare
“The Walking Dead”. La serie della AMC Studios ci ha fornito
parecchi spunti di riflessione.
Nella
puntata pilota ce ne presentano due:
Il figlio di Morgan che, per quanto sia grandicello e quasi
autonomo, sarà la causa della follia del padre.
La piccola con il pigiamino rosa, il sorriso poco rassicurante e il
peluche che lancia un messaggio inequivocabile: il bambino muore in
fretta!
Nonostante
l’inizio choc la produzione non sembra averne mai abbastanza di
bambini così già nalla seconda puntata incontriamo Carl (il più
longevo della serie) e Sophia.
La figlia di Carol, dopo una fuga abbastanza stupida, causerà una delle parti più noiose dell’intera serie: una caccia estenuante (più per lo spettatore che per i protagonisti) che però avrà un culmine degno di nota.
Nello
stesso periodo, l’erede designato di Rick, con tanto di cappello da
sceriffo e pistola, passerà quasi tutto il tempo in coma per colpa
del primo di tanti buchi che si ritroverà nel cranio.
Quindi, a nemmeno un giro di boa, abbiamo quattro bambini petulanti che cacciano tutti nei guai.
Però TWD ci insegna che al peggio non c’è mai fine così, mentre Rick, Shane (già morto) e Lori decidono di mettere al mondo Judith “Spaccaculi”, sullo schermo compaiono due adorabili sorelline: Lizzie e Mika Samuels. Loro restituiscono la voglia di vivere a Carol giusto il tempo per rigettarla in un baratro senza fondo. L’insana passione di Lizzie per gli zombie causerà quella che, a mio avviso, è stata la parte più tremenda dell’intera serie.
Nel
frattempo un numero imprecisato di bambini muore, giusto per
sottolineare la fragilità della vita durante l’apocalisse.
Da
qui in poi compaiono altri neonati, infanti, bambini e ragazzini di
poco conto. Quasi tutti vengono strappati dalle braccia dei genitori
per finire tra quelle caritatevoli di chi li ha resi orfani.
A
questo punto dovreste aver cancellato ogni vostro dubbio: quella
zombie, non è un’apocalisse per piccoli!
Per ovviare questo problema io ho iniziato un duro addestramento con i miei figli che, servizi sociali permettendo, mi permetterà di avere al mio fianco tre piccoli ammazza zombie.
Casa, durante l’apocalisse zombie, sarà qualsiasi posto in cui sentirsi al sicuro. Un tombino mentre l’orda vi passeggia sulla testa, dei rami su cui avete trovato un materasso, il cesso pubblico sempre che uno zombie non abbia moneta in tasca… insomma, un posto in cui non diventare uno spuntino.
Diverso è per il PS
(Posto Sicuro) o anche il PST (Posto Sicuro Temporaneo).
Come già detto, il PST è composto da 4 mura, due vie di fuga e qualche scorta alimentare che possa farvi resistere anche qualche settimana. Un rifugio di fortuna che vi permetterà di superare la fase di degenero totale ma da cui, presto o tardi, dovrete fuggire. Questo per via della sfortuna che non vi ha permesso di raggiungere il vostro PS o perché non avete un PS.
Quindi, se non
volete diventare il piatto principale del Giorno Zero, è il caso di
costruirselo questo benedetto PS!
Il Posto Sicuro e
come costruirselo!
Appurato il fatto
che la parola “Sicuro”, durante una qualsiasi apocalisse, lascia
il tempo che trova vediamo cosa non deve mancare in quello che può
diventare il rifugio ideale.
E luce fu.
Per prima cosa
bisogna pensare all’energia elettrica.
La diamo per
scontata e forse pensiamo di poterne fare a meno, in fondo l’uomo del
diciottesimo secolo non la conosceva eppure sopravviveva. Ma noi non
siamo nel 1700 e senza elettricità saremmo perduti.
Quindi che aspettate: sotto con i pannelli solari che, allo stato attuale delle cose, male non fanno e potrebbero concedere qualche secondo in più alla Terra.
Scarterei a priori i
generatori a benzina, troppo rumorosi e da rifornire. Se una cosa
l’ho imparata, in tutti questi anni di film horror, è che il
carburante finirà in piena notte e quando uscirete per fare
rifornimento morirete nel modo più atroce.
Pensate anche a un
“gruppo statico di continuità”, negli attimi prima della fuga la
luce non deve mancare!
Date da bere agli
assetati.
Come dicono studi di
ultimissima generazione (forse poco attendibili ma chi sono io per
contraddirli?) l’uomo è composto per il 90% da acqua.
Una cosa però è
certa, dopo i primi giorni verranno meno tutte le forniture, tra cui
l’acqua potabile. Una mattina aprirete il rubinetto e non ci sarà
più pressione. A questo punto, se sarete impreparati, l’urina sarà
la vostra ultima possibilità di sopravvivenza, ma parliamoci
seriamente: alla lunga stanca e non cuoce bene la pasta!
La soluzione è una e una soltanto: costruite cisterne per raccogliere la pioggia.
Sia che siate in una
casa di campagna o in un palazzo in città, il consiglio è di
trovare il modo di incanalare e conservare l’acqua piovana.
Anche un pozzo può
andare bene, ma attenti alle sorprese…
Il fuoco di Dio.
Anche solo per
scaldare l’acqua piovana, e renderla potabile, sarà fondamentale
avere dei fornelli. Però, tenendo presente che non si potrà più
fare affidamento sulle forniture (quindi niente gas), e scartando a
priori stufe e camini che vi costringerebbero a uscire per recuperare
la legna, sfruttare l’energia dei pannelli solari mi sembra la cosa
migliore. Quindi, sotto con i fornelli a induzione che, tra le altre
cose, vi faranno proseguire nella vostra linea green…
Il silenzio è
d’oro
Questo punto mi
tocca da vicino.
Da sempre sono convinto che, dovessi anche superare i primi istanti dell’apocalisse e arrivare sano e salvo al PS, la notte mi sarebbe fatale. Il perché è semplice: russo a livelli inimmaginabili. Se avete il minimo sospetto che io stia esagerando, ripensateci. Faccio talmente tanto rumore da infastidire, e svegliare più volte a notte, me stesso.
Quindi la mia unica
possibilità di sopravvivere è quello di insonorizzare il PS. E
questo vale anche nel mondo attuale!
Il giardino
dell’Eden
Partendo dal presupposto che il PS dovrà essere invaso da scatolette di ciboa lunghissima conservazione e quintali di pasta, un po’ di verdura non dovrà mancare. Il modo più semplice per far crescere qualcosa di verde, che non sia il muschio sulle vostre magliette, sarà l’idrocoltura.
Acqua, luce, lana di
roccia, qualche nutriente e il gioco è fatto. Avrete verdura fresca
tutto l’anno!
Lontano dagli
occhi, lontano dal cuore
Immaginate il mondo al buio, senza luci. E ora pensate al vostro PS,
illuminato a giorno anche a mezzanotte. L’effetto sarà quello di un
ufo durante una notte priva di luna e nuvole.
Direi che questa cosa è da evitare, meno date nell’occhio e più
possibilità di sopravvivere avrete. Quindi: luci spente di notte e
sotto con tendoni, assi alle finestre, vetri oscurati, altri tendoni,
altre assi, altri vetri… nessuno dovrà rendersi conto della vostra
esistenza.
Ne ferisce più
la penna della spada, ma una mina fa più danni.
Non c’è PS senza protezioni esterne. Assodato che il modo migliore
per tenere tutti al sicuro è quello di non attirare l’attenzione di
vivi, morti e deambulanti in generale se qualcuno dovesse avvicinarsi
troppo sarà il caso che il perimetro esterno sia ben difeso.
Quindi, sotto con recinzioni, barriere di fortuna, campi minati,
sensori di movimento… insomma, chi più ne ha più ne metta.
Di recente mi è stato sottoposta un’idea interessante, con tapis
roulant che circondano il perimetro della casa, ma mi prendo qualche
tempo per valutare meglio la proposta…
L’occhio di Dio
Sapere quello che vi sta capitando attorno può aiutare, saperlo con
largo anticipo può farvi sopravvivere. L’ideale sarebbe quello di
montare telecamere, più o meno vicine al perimetro esterno del PS,
per anticipare l’arrivo di orde di zombie o vicini di casa troppo
impertinenti. Non credo che, in piena apocalisse, qualcuno verrà a
suonarvi alla porta per chiedervi un po’ di zucchero. Quindi: occhi
bene aperti e diffidenza a livelli massimi.
Se siete dei boss della sopravvivenza, preparate una vera sala di controllo da cui monitorare gli spostamenti dei vostri compagni durante qualsiasi sortita esterna. Droni e camere portatili possono tornare utili.
Direi che per ora è tutto, così dovreste avere un PS di tutto
rispetto, ma non escludo aggiornamenti. Ci sono altri punti da
approfondire.
Oggi cercherò di spiegarvi come sopravvivere alle prime fasi dell’invasione zombie. Per rendere tutto più facile creerò un elenco di 9 punti.
Regola N°1: Orecchie tese e occhi ben aperti!
“Siamo alla fine del XX secolo: il mondo intero è sconvolto dalle esplosioni atomiche, sulla faccia della terra gli oceani erano scomparsi e le pianure avevano l’aspetto di desolati deserti, tuttavia la razza umana era sopravvissuta.”
Avete tre secondi per dirmi da dove arriva questa frase…
Parliamoci seriamente, l’invasione zombie non sarebbe poi questa gran catastrofe. Già oggi le conversazioni interessanti latitano. Sostituire i lamenti di un umano con quelli di un morto vivente non sarebbe poi questa catastrofe.
Come ogni party che si rispetti, l’apocalisse zombie ha un dress code ben definito. Non c’è da stupirsi, in fin dei conti sarà un evento unico, probabilmente irripetibile.
Non credete di poter aggirare la cosa, ogni personaggio ha il suo abbigliamento riservato da cui non può scappare. Nei primi giorni ci saranno telecamere in ogni angolo, pronte a immortalarvi e tutto dovrà essere perfetto. Non sarà facile guadagnarsi il primo piano che farà il giro del mondo, quindi fate attenzione a queste indicazioni.Continua la lettura di Apocalisse Zombie: Dress Code!→